|
Staccando l’ombra da terra, gli aerei di Giacomo Miracola sorvolano il mare, doppiano il palazzo della Fondazione Musarra e arringano gli stupiti, ma non troppo, cittadini di Capo D’Orlando.
L’essenziale e nitido foglio grafico, da cui proviene e si sviluppa il gonfalone che garrisce al vento, progetto di speranze diverse, sembra richiedere la necessità di costruire nuovi spazi alternativi, oltre l’abituale chiuso, afasico, agglomerato della superata urbe.
L’artista sa come la percezione sua della realtà lo costringe ad ingigantire oggetti e figure della quotidianità, della fisica particolare corporeità, più obbligante; come negli spazi vuoti, nei buchi neri della terra, si perdono i più liberi e avanguardistici animali di Dio, gli uccelli.
Egli vuole volare alto, pure se è consapevole che dai cieli può scendere l’insidia che annulla la libertà degli spazi, dei movimenti eterei. Insomma egli ci prova a rifare il volo di Icaro. Peraltro ad evitare ineluttabili cadute rovinose, c’è sempre la tensione salvifica del volo della mente: il piu’ vero; in definitiva, il piu’ redditizio.
Natale Tedesco |